giovedì 13 gennaio 2011

Seta

Eggià. Lo sapeva Lei che la felicità era come l'arcobaleno nella sua vita. Nel momento in cui il suo cuore percepiva quel benessere sfuggente sapeva già di dover temere per il rovescio della medaglia.
Ancora il Buio.
Solo un cielo senza stelle nè luna fatto di incubi ad occhi aperti e notti insonni che la trascinava a fondo, nel vortice del suo immutato odio, tenuto con forza sottovuoto.
Appena la valvola del suo equilibrato squilibrio si allentava il veleno che lei stessa produceva iniziava a circolare prepotentemente nella sua mente, producendo ferite profonde mirate ad annientare la sua fragile anima.

....

Ma quegli attimi, quei frammenti puri di gioia, valevano tutta la sua tormentata esistenza.