giovedì 29 ottobre 2009

Seta

2a parte - capitolo terzo

Costretta a letto da giorni, senza forza nemmeno per i sogni, trovano spazio nella sua mente i riassunti dei suo anni, acerbi come un frutto colto troppo in fretta, strappato dai rami con forza, e maturi al tempo stesso intrisi di quella Vita a cui è rimasta aggrappata con le unghie...
Brandelli di tempo sfrecciano come lampi nella sua testa: Urla mute e bambole riposte troppo in fretta, dita in gola, Odio, Uno Specchio che lacrima rabbia, disgusto, un Clown triste, Pioggia, Nero, Un motore inceppato, ingolfato che singhiozza lungo la strada e poi ancora fame d'Amore, non basta, di cibo, non basta, di Vita, no, ancora, ancora, a riempire un vuoto che non sa colmarsi e di corsa a vomitarlo quel "niente" con la freddezza apparente di una macchina. Arcobaleno. Ossigeno, per favore, Ossigeno...
Ed è così che chiude gli occhi, abbandonandosi a tormentati pensieri.

Dove sono?
Nel tuo presente, fa da eco una voce.
È arrivato il momento che inizi a viverlo per quello che è, l'oggi, non più per come è stato, ieri.

Il cuore le batte in gola fino a svegliarla.
Sudata, come se avesse corso per 28 anni.
Si gira nel letto, allungando la mano verso un foglietto che, giura, prima non c'era. Lo tira a sé avendo cura di non rovinarlo.

"Buon Compleanno, Gretha..."
Sorride.

giovedì 8 ottobre 2009

Seta

1a parte - capitolo terzo


Culla fra le braccia un bambino con la naturalezza di una Donna che un giorno, forse, profumerà di Madre..
Leggo in Lei una dolcezza senza limiti, insolita in quelle espressioni, stretta a quel fagotto che tiene in grembo come un cristallo prezioso e fragile.
Mi avvicino lentamente mentre alza lo sguardo verso me con gli occhi lucidi.
"Qui c'è tutta la bellezza della Vita", dice con un filo di voce tradito dall'emozione, indicando quella piccola creatura.
Resta di ghiaccio Demis, con le parole che si strozzano in gola. Trema. In silenzio.
Non era preparato ad immaginarla così...
Si allontana pensieroso lasciando Gretha lì, dove l'aveva trovata. Come se volesse riavvolgere il nastro del tempo e no, non aver mai sporcato con la sua presenza Quel momento. Un momento in cui si è sentito fuori posto, di troppo. Impreparato.
Lei volge i suoi occhi a quel bimbo che riposa a suo agio in quell'abbraccio caldo.
Piano la sua voce avvolge la stanza "..Ninna Nanna del Bambino, questo fagotto fa un sonnellino... Ninna Nanna Ninna oo questo Piccino io cullerò..."