martedì 25 agosto 2009

Seta

13a parte - capitolo secondo

Lui in fondo l'Amava anche per questo.
Per quel suo modo di guardarsi allo specchio, distorcendo il suo volto quasi fino a deformarlo. Erano buffe tutte quelle espressioni, diceva. Lei no, non ci riusciva a sorridere in quello specchio e no, non riusciva a fissarlo a lungo, per timore. Timore che quei demoni nella sua testa tornassero a gettare benzina sui suoi tormenti. Voleva lasciarli lì, quei demoni, quasi rassegnata a quella compagnia scomoda o, al contrario, talvolta quasi accomodante nei loro riguardi.
Quel sole estivo non la aiutava, certo. Quei raggi cuocevano i lembi scoperti delle sue ferite. E feriti lo sono stati a troppo lungo quegli occhi, dalla Vita.
Sentiva la morsa del suo male partirle dalla mente fino a perforarle l'anima. Il suo grido ormai muto non richiamava nessuno al soccorso.
Assorbiva in silenzio quel veleno fino a scoppiare di lacrime in quell'angolo buio del suo piccolo mondo.
Senza fare rumore.

7 commenti:

  1. senza fare rumore.quanto sto imparando questo.

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  2. Nero@ questi di silenzi hanno echi assordanti...

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  3. Ciao Deasense, mi sono accorto solo ora che hai inserito un link al mio blog! Ti ringrazio! Ho subito ricambiato ;)

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  4. A volte i silenzi sono più strazianti delle grida, sia che vengano da noi, sia che vengano dagli altri che quando basterebbe che dicessero una sola parola per farci felici...tacciono.
    Forse dovremmo gridare di più, senza timore di farci chiamare pazzi. Magari così un po' del nostro dolore, e qualcuno dei demoni che ci perseguitano uscirebbero dalla nostra anima.

    Adesso che è notte apro la finestra, guardo il cielo e ti cerco. Ciao stellina...

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  5. Vale@ ho provato tante volte ad urlare, a modo mio, ma il risultato non ha fatto altro che amplificare il dolore. Così ho imparato anche il silenzio. Già il silenzio. Quello che ti sta intorno mentre dentro urli. Quello ha effetti ancor più devastanti.
    Ancora a tacere per non recare disturbo. A scusarmi se esisto.
    Silenzio.
    Dici bene, tacciono quando basterebbe una sola parola, una, a renderci felici e parlano quando invece dovrebbero tacere vomitando lame su ferite aperte...
    Beh, se quel Cielo sei Tu, Vale, allora quella stella potrebbe davvero brillare stanotte..

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  6. Lo so, ti capisco.
    Anche per me il silenzio è diventato una condizione di vita, ma non di serenità, un altro male che mi ha consumato l'anima per tanto tempo.
    Qualche volta dovremmo urlare, anche se nessuno ci ascolta, anche se così il dolore si amplifica e ci spacca le tempie. Dovremmo farlo lo stesso, e buttar fuori il male perché non ci riduca l'anima in brandelli, e far tacere chi ci infetta le ferite.
    Abbiamo questa forza: non ci resta altro da fare che spalancare la bocca e lasciarla uscire.

    Ti abbraccio, stellina!

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  7. sei sempre la mia piccola.

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